
Un caso particolare: l’ascensore in deroga
La direttiva Ascensori, e più nello specifico le norme europee sugli ascensori, prescrivono che vengano previsti degli spazi di rifugio agli estremi della corsa dell’elevatore per salvaguardare l’incolumità del personale addetto alla manutenzione.
In pratica, ogni ascensore, sia in salita che in discesa, deve ad un certo punto prevedere un limite meccanico alla propria corsa per lasciare uno spazio sotto il piano più basso e sopra quello più alto.
I tecnici che eseguono la manutenzione degli ascensori spesso si trovano a dover lavorare sul tetto della cabina o sotto la cabina, nello spazio chiamato fossa che si trova sotto la fermata più bassa.
Sia sul tetto, che in fossa, sono presenti delle pulsantiere di manovra, che consentono al manutentore di muovere l’impianto. È quindi essenziale che, nel caso in cui qualcosa andasse storto, ci sia uno spazio in cui potersi rifugiare per non essere schiacciati.
A volte però non è possibile creare questi spazi di rifugio.
Questo può accadere quando, dovendo installare un ascensore nuovo all’interno di un edificio esistente, non è possibile ricavare i volumi di sicurezza oltre gli estremi della corsa, o per ragioni strutturali, o per vincoli a cui l’edificio è sottoposto.
In rari casi, anche in edifici nuovi ci può essere questo problema, ma solo nel caso in cui motivi di carattere geologico impediscono di creare una fossa di adeguata profondità.
In tutti questi casi bisogna perciò avere delle accortezze nella progettazione dell’impianto, in modo da ricreare gli spazi di rifugio in maniera artificiale ogni qual volta un manutentore ha bisogno di accedere al tetto della cabina o in fossa.
In pratica l’impianto viene dotato di un sistema di arresti meccanici che ne limitano la corsa in alto e in basso, ma solo quando vi è presenza di personale all’interno del vano di corsa della cabina.
Questi arresti meccanici risultano quindi inattivi durante il funzionamento normale dell’impianto (altrimenti la cabina andrebbe ad urtarli), e vengono attivati al bisogno in maniera automatica o manuale, secondo le scelte progettuali specifiche per l’impianto.
Quando ci troviamo in queste condizioni l’impianto viene detto in gergo “in deroga”, perché si sta derogando rispetto alle prescrizioni delle norme specifiche di base degli ascensori, per realizzare delle soluzioni tecniche che possano comunque garantire una sicurezza equivalente.
Questo particolare tipo di impianti necessita di un’apposita autorizzazione preliminare, che deve quindi essere accordata prima di iniziarne la costruzione.
Dunque, una volta definito il progetto dell’impianto, e soprattutto le soluzioni tecniche che si vogliono adottare per garantire la sicurezza dei tecnici addetti alla manutenzione, il progetto deve essere sottoposto al vaglio di un organismo notificato.
L’organismo notificato, se ritiene che le soluzioni adottate siano sicure rilascia l’autorizzazione preliminare (che comunque dovrà essere trasmessa al Ministero competente per la conferma).
Nel caso ancora più particolare di impianto “in deroga”, in edificio nuovo, l’autorizzazione può essere concessa solo dal Ministero. il quale acquisisce direttamente la documentazione che attesta gli impedimenti alla realizzazione della fossa.
Quindi, nel caso di edificio nuovo, il Ministero rilascia la deroga solo per la fossa e per questioni legate alla geologia del luogo di edificazione.
Non sono ammesse altre ragioni diverse da queste e non è ammesso realizzare impianti a testata ridotta in edifici di nuova edificazione.