Ascensori nell’era dell’Internet of Things


In un periodo di veloce sviluppo tecnologico, nel quale molti degli oggetti intorno a noi sono sempre più connessi ad Internet, gli ascensori non potevano restare indietro.
Ecco allora che da qualche anno ormai si incomincia a parlare di ascensori connessi, ascensori che possono essere monitorati da remoto per ragioni di analisi delle prestazioni o di diagnosi dei guasti.
Certamente ci sono indubbi vantaggi nel poter verificare lo stato di un impianto da remoto, ma prima di analizzare quali siano è necessario delineare lo scenario all’interno del quale ci si muove.

L’Italia è il paese degli ascensori

Non tutti lo sanno, ma L’Italia ha il primato europeo di Paese con il maggior numero di ascensori in servizio: circa un milione di impianti. Alcuni anni fa eravamo “campioni del mondo”, ma poi la Cina ci ha superati.
Di tutti questi impianti il 40% ha più di trent’anni.
Dunque, è facile immaginare il divario tecnologico, di performance e di sicurezza che esiste tra un ascensore moderno e uno di qualche decennio indietro. Si consideri, a tal proposito, che oggi ci sono ancora in servizio impianti collaudati negli anni sessanta che conservano, se non tutti, almeno una buona parte dei componenti originali dell’epoca.
Gli impianti di ascensore più vecchi, anche se datati, hanno per legge pari dignità rispetto a quelli moderni.
Infatti, ogni ascensore segue nel corso della vita utile le norme che erano in vigore al momento del suo collaudo (fatta eccezione per alcuni minimi adeguamenti resi obbligatori nel tempo o in caso di sostituzioni di parti principali).
Dal punto di vista delle tecnologie di comando degli elevatori troviamo rappresentate nel parco impianti attuali un po’ tutte quelle che si sono susseguite negli anni.
Si va quindi dal quadro di comando con logica a relais, fino alle schede elettroniche a microprocessore, passando per i PLC.

Connettere o non connettere?

Se il telecontrollo di un impianto moderno, al di là dei vantaggi intrinseci, appare la naturale ed inevitabile evoluzione tecnologica per le nuove installazioni, non altrettanto immediata potrebbe essere l’idea di connettere un impianto esistente.
Eppure oggi sono disponibili tecnologie che, con un minimo investimento, consentono di operare una sorta di “retrofit”, rendendo connesso anche l’impianto più vetusto.
Naturalmente, in quest’ultimo caso il set di informazioni che è possibile estrarre dal monitoraggio a distanza è minore, non tanto per limiti tecnologici, ma piuttosto di costi, e deve perciò essere definito con cura per massimizzare i risultati.
Per contro, impianti moderni hanno la possibilità di controllo remoto come funzione nativa.
In questo caso, il quadro di comando può essere interrogato da remoto per fornire tutte le informazioni che si avrebbero essendo di fronte ad esso.

I vantaggi

I motivi che spingono a implementare un controllo remoto di un elevatore si possono riassumere nei seguenti.

Limitare i fermi per guasto: una deriva nel tempo di alcuni parametri dell’impianto, soprattutto relativi alle parti più sollecitate, può indicare il crearsi di condizioni destinate a generare successivamente un guasto. In sostanza si parla di manutenzione preventiva. In questi casi si può pianificare l’intervento di un tecnico per eseguire un controllo mirato ed eliminare le anomalie prima che diventino critiche.

Ripristinare più velocemente un impianto guasto: in caso di fermo, l’analisi a distanza può consentire di arrivare sul posto avendo già diagnosticato la causa del guasto, o quantomeno avendone un’idea e magari portando con sé i ricambi utili per una riparazione, senza dovere ritornare in magazzino.

Analisi dei dati: sapere quante corse ha fatto l’ascensore, quanto ha consumato, quali sono i piani a cui si ferma più spesso, quanto viene effettivamente usato e in quali fasce orarie, sono informazioni che possono risultare utili al proprietario dell’impianto o ad un amministratore di condominio. Dal punto di vista dell’installatore, monitorare nel tempo il comportamento delle varie componenti dell’impianto fornisce una base di dati interessantissima per i progetti futuri.

Minori costi di gestione: il monitoraggio continuo riduce la necessità di più frequenti passaggi programmati dei tecnici manutentori. Questo si traduce in una riduzione dei costi per il manutentore, costi legati al tempo impiegato per controlli di scarso valore aggiunto e i relativi spostamenti.

Dal punto di vista del proprietario dell’impianto, è possibile ottenere un canone più basso a fronte di minori visite.

Gli svantaggi

Il principale svantaggio riguarda gli impianti per i quali l’interfacciamento con un sistema di monitoraggio esterno viene implementato in “retrofit”, non essendo stato previsto in origine.
In questo caso, il set di informazioni che è possibile monitorare potrebbe non essere così dettagliato da incidere significativamente rispetto ai punti precedenti. In ogni caso l’efficacia delle informazioni acquisite è legata all’esperienza del manutentore nel saperle interpretare.

Attenzione agli Hacker

Connettere un impianto attraverso Internet significa esporlo a potenziali attacchi da parte di malintenzionati che potrebbero carpire informazioni, modificare le informazioni trasmesse o addirittura causare malfunzionamenti.
Per ragioni di sicurezza quindi sarebbe opportuno che chiunque acceda da remoto all’impianto possa solo leggerne lo stato, senza che sia possibile in alcun modo impartire istruzioni o alterare le informazioni trasmesse all’esterno, e questo vale anche per il personale di servizio.
Un buon sistema di sicurezza, che preveda l’accesso solo da parte di personale debitamente autenticato, è comunque indispensabile per mettere al riparo da sguardi indiscreti ai nostri dati.
Il nuovo Regolamento Macchine, appena entrato in vigore, prende in considerazione queste problematiche ed obbliga ad attuare delle contromisure. Non altrettanto vale per la Direttiva Ascensori, che essendo ancora ferma ad una edizione di alcuni anni fa, non aveva messo ancora in conto queste potenzialità della tecnologia. Certamente nella prossima edizione dovrà essere affrontato l’argomento.
Per inciso, le piattaforme elevatrici ricadono nell’ambito di applicazione del Regolamento Macchine, dunque per esse si pone fin da subito la questione nel caso di interconnessione remota, anche se ancora per qualche anno resterà in vigore la vecchia Direttiva Macchine a cui si può ancora fare riferimento.